
ST.ART
Laboratori teatrali dedicati ai pazienti in cura nei reparti di disturbi dei comportamenti alimentari
Il progetto St.Art! consiste nella realizzazione di un percorso teatrale dedicato ai pazienti in cura nei reparti dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Tale percorso è portato avanti dall’attrice professionista Linda Caridi e mira alla creazione all’interno dell’ospedale di uno spazio teatrale. In questo spazio si cerca di incoraggiare una concezione espressiva e funzionale del corpo, che diventa a tutti gli effetti strumento per comunicare.
St.Art! punta alla fondazione di un’atmosfera di gruppo basata sull’assenza di giudizio e sulla condivisione di esperienze creative ed espressive; al miglioramento della consapevolezza delle possibilità tecniche ed espressive di cui dispone il corpo e all’aumento di partecipazione attiva, propositività e disponibilità a mettersi in gioco

Il percorso è monitorato dall’equipe medica, che affianca al laboratorio un gruppo di psicoterapia. Lo scambio di informazioni con la figura medica di riferimento consente di rendere più accurato lo sguardo offerto ad ogni partecipante nella sua individualità.
Questo percorso, avviato in collaborazione con gli attori professionisti Linda Caridi, Mattia Pozzi e Chiara Leoncini e l’Associazione Erika dell’Ospedale Niguarda di Milano ha ottenuto risultati eccellenti dal punto di vista del riscontro medico e dei pazienti stessi.
Al reparto Disturbi dei Comportamenti Alimentari, dove ci si relaziona con le patologie dell’ anoressia e della bulimia, si cerca di fare dei limiti clinici, quali la riduzione al minimo dell’attività motoria, una virtù: ci si concentra sull’esplorazione dello strumento voce, della parola e della relazione con gli altri, indagando quale potenza comunicativa ed espressiva possa avere il variare di fattori minimi come l’inclinazione dello sguardo, l’assetto della colonna vertebrale, il ritmo interno definito dal respiro e dalla qualità di movimento di ognuno.
Si predilige un approccio collettivo agli esercizi che implicano una “esposizione di sé” e si stimolano il tutoraggio vicendevole e l’apprendimento tra pari, attraverso attività a coppie o piccoli gruppi, pur incoraggiando una valorizzazione delle differenze personali e prestando a ciascun partecipante un’attenzione individuale.









